EMERGENZA SISMA ABRUZZO aprile 2009 |
Sveglia alle 04:00 e partenza da Perugia per L’Aquila alle 05:00 della mattina di Martedì 14 aprile 2009. Siamo in 4 con 3 auto. Il Presidente della Sezione ARI di Perugia I0KWX Vincenzo con Silvano I0WYC, compongono il primo equipaggio. Io con la mia auto e la mia attrezzatura e IZ0GUS con la sua auto ed il suo equipaggiamento, rappresentiamo gli altri due equipaggi che porteranno la loro opera nelle zone terremotate dell’Abruzzo. Arriviamo a Coppito (AQ) e nella palestra della Scuola della Guardia di Finanza dove sono allocate le rappresentanze di tutte le associazioni di volontariato, al banco dell’ARI ci viene assegnata la nostra destinazione. I0KWX e I0WYC al campo di Montereale, IZ0GUS a S.Stefano di Sessanio, IK0UTM a Cesaproba. Ci salutiamo, ci lasciamo e proseguiamo ognuno per la propria destinazione. Io, a causa di impegni lavorativi, ho potuto dare la mia disponibilità per soli due giorni (14 e 15 aprile), gli altri rimarranno in servizio fino a sabato 18 aprile. Ho faticato un po’ (pur usando il navigatore….), per trovare la strada giusta e raggiungere Cesaproba. Il paese si trova a circa 1050 mt. sul livello del mare. Passando per la via principale non si rilevano distruzioni evidenti…. Ma c’è pochissima gente per strada, ed i danni (scoprirò più tardi….) sono molto consistenti e gravi all’interno delle abitazioni ed alle strutture portanti delle stesse. Molti abitanti hanno trasferito le loro camere da letto nel garage di casa… Si vedono dalla strada perché tengono le saracinesche aperte per dare aria a queste sistemazioni di fortuna…. La maggior parte però è al campo…. Il campo, o meglio la tendopoli, è stata costruita sul suolo dell’impianto sportivo e viene gestita da una associazione di volontariato (P.A Croce Giallo-Azzurra) di Torino, di cui fanno parte volontari di Torino e Saluzzo. Al campo ci sono poi anche volontari della protezione civile di Montereale (AVAM) ed in cucina lavorano alcune signore di Cesaproba che offrono la loro opera per tutti coloro che del campo hanno fatto a malincuore la loro attuale, temporanea abitazione. Fatico ad entrare subito nella realtà di quel microcosmo di sensazioni, odori, voci, rumori ed emozioni che di colpo mi circondano…. Rinuncio all’offerta di Dino, il Disaster Manager del campo, che mi invita ad occupare parte di una tenda della protezione civile già montata….. un po’ per pudore ed un po’ perché, ancora stordito e spaesato penso che la priorità spetti alla popolazione sfollata. Porto la mia auto nello spazio che fino al giorno prima era stato occupato da IK0QJO Vittorio e inizio il montaggio delle antenne, delle radio e della mia piccola tenda che dovrà servire da sala radio e da ricovero per la notte (casa e bottega….). Ho montato un collineare Diamond X30 ed una direttiva Masspro WH59, su un palo telescopico di circa 4 metri. Ho attivato lo Yaesu FT-857 sulla frequenza UHF dell’unico ponte RU5 che riuscivo ad eccitare dalla mia posizione, stabilendo il collegamento simultaneo con il DICOMAC di Coppito (scuola Guardia di Finanza e con il COM 3 di Pizzoli, competente per l’area dove opero io ed i miei colleghi di Perugia). Ho attivato anche un portatile ICOM IC-W2E con 5 W sulla direttiva, per i collegamenti in maglia locale con I0KWX e I0WYC a Montereale. L'alimentazione è assicurata da batterie e dall'energia elettrica presa in parallelo da un generatore di aria calda. Durante la giornata, oltre a svolgere la normale attività radio con il COM di Pizzoli ed il DICOMAC di Coppito (AQ), ho avuto la piacevole sorpresa di riuscire a parlare più volte con Lidio I0GEJ, che in diretta da Perugia in Vhf ci ha tenuto compagnia, informandosi sulle operazioni e portandoci l’appoggio e la solidarietà sua e di tutti gli amici della Sezione ARI di Perugia. Durante la prima giornata di servizio a Cesaproba, una tramontana gelata e continua, ha messo a dura prova i picchetti della tenda, tanto che ho dovuto procurarmi parecchi pezzi di pietra per tenerla incollata quanto più possibile al terreno, in modo da evitare che il vento trasversale entrasse da sotto, gonfiando il telo della tenda stessa e gelando l’interno. Il momento più critico però è stato durante la notte quando la temperatura all’esterno è arrivata a -2 gradi Celsius (all’interno della tenda sigillata alla meglio, avevo + 3 gradi Celsius). Pur dormendo completamente vestito, con due maglioni di pile e cuffia di lana in testa, sigillato nel mio sacco a pelo e sotto due coperte, strategicamente e con lungimirante attenzione, offerte dalla protezione civile del campo, alle cinque della mattina sono stato costretto a lasciare il ‘confortevole’ giaciglio ed a trasferirmi in auto, mentre cercavo di svegliarmi e soprattutto di rimettere in moto i muscoli completamente intirizziti. E’ stata una notte ‘campale’ per tutti…. Anche per coloro, colleghi e sfollati, che dormivano sulle brandine all’interno delle tende ministeriali, sicuramente più protettive…. del mio piccolo ‘velo di cipolla’….. Poi è arrivato il sole, il caffè del campo…. una aspirina per togliere il mal di testa generato dal cattivo riposo e via verso una giornata molto calda, intensa e piena di attività. E’ stata una esperienza veramente coinvolgente ed anche se non sono nuovo a questo tipo di attività (Colfiorito - EMERGENZA TERREMOTO 1997….), è stato comunque complicato all'inizio, entrare nel ritmo giusto delle attività del campo, ed è stato ancora più difficile tornare alla mia ‘normalità’ una volta finito il periodo del servizio. Non è possibile non farsi coinvolgere umanamente da una esperienza del genere…. Marzia, Vittoria, Fausto, Simone, bambini di età che vanno dai 4 agli 8 anni, dapprima curiosi ma timorosi di avvicinarsi a quella tenda da cui uscivano voci di cui non capivano la natura..., che invece il secondo giorno non mi hanno mai lasciato solo, sommergendomi con le loro semplici ma incalzanti domande sulle radio , sulla mia funzione al campo, sulla mia provenienza e la mia vita, facendomi diventare molto velocemente parte della loro ‘nuova’ esistenza che cercano di costruire nella tendopoli… Gente schietta ed ospitale gli abruzzesi, gente di montagna avvezza ai sacrifici, gli abitanti di Cesaproba. Nessuna disperazione, grande spirito di adattamento. Sforzi rivolti all’immediato per gestire la quotidianità, ma con il cervello già in moto per immaginare e poi creare un futuro prossimo di ripresa e ricostruzione veloce. E’ stata una esperienza che mi ha permesso di migliorare le mie tecniche di adattamento e di gestione di una stazione in assoluta emergenza, ma soprattutto è stata una esperienza umana che mi rimarrà per lungo tempo nel cuore e nella mente.
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